7 passi verso la trasparenza

7 passi verso la trasparenza

La trasparenza è una delle sfide più importanti e necessarie nel mondo della cooperazione allo sviluppo. Se le informazioni sull’uso dei fondi, sulla gestione delle strutture e sui progressi nei Paesi d’intervento fossero visibili, tracciabili, precise e puntuali, le attività di cooperazione diventerebbero più efficienti ed efficaci. Questo farebbe aumentare la fiducia da parte di opinione pubblica e donatori nell’operato di ONG e associazioni che lavorano in ogni angolo del mondo contro povertà e ingiustizie. Più trasparenza nella cooperazione vuol dire anche limitare il rischio corruzione, facilita e rafforzare le relazioni tra i diversi attori e aumentare quindi la mutua accountability.

Ma la trasparenza è un percorso culturale e organizzativo che ha bisogno di decisioni e mezzi specifici. Vi suggeriamo di seguito 7 mosse fondamentali per cambiare il lavoro della vostra organizzazione verso un futuro più trasparente:

1) Pianificare in modo effettivo: costa un po’ di lavoro in più, ma ne può valere la pena. Un processo di pianificazione e progettazione più effettivo in tutte le sue fasi (albero dei problemi, stesura del progetto, monitoraggio, rendicontazione) rende il processo di trasparenza lineare e continuo;  
2) Essere realistici sui risultati da raggiungere: creare aspettative irreali e false promesse invece di definire obiettivi e risultati “alla portata” rischia di ridurre la fiducia e le aspettative da parte dei donatori e dei beneficiari;
3) Portare tutti a “rendere conto”: la trasparenza non è richiesta solo a voi, ma a tutti gli attori coinvolti in un progetto. Anche voi potete esigerla dagli altri (partner, donatori, e beneficiari); 
4) Usa il giusto mezzo: l’uso delle tecnologie nei Paesi partner si sta diffondendo sempre più e sta cambiando anche il mezzo di trasmissione dei dati. Per rendere trasparenti gli aiuti e accessibili i dati, bisogna quindi cambiare la diffusione delle notizie e dei dati attraverso -ad esempio- l’uso di notizie via cellulare;
5) “Qualche” dato è meglio di “nessun” dato: l’aggiornamento, la correttezza e la puntualità dei dati sono importanti. Meglio avere dati aggiornati oggi che possono essere modificati successivamente, che aspettare la versione più aggiornata -che potrebbe non arrivare mai;
6) Non avere paura di ciò che i media possono dire di negativo: le ONG lavorano in contesti difficili, spesso con risorse limitate. Essere onesti mostrando anche i fallimenti e le difficoltà premia la trasparenza. È meglio raccontare anche i propri fallimenti, piuttosto che farli raccontare da altri…per esempio dai giornalisti.
7) Non avere paura dell’Open Data: Se non avete nulla da nascondere allora perché tenere le vostre informazioni nel cassetto? Mettetele in rete e rendetele fruibili al pubblico. Il vostro gesto di trasparenza sarà apprezzato dai vostri stakeholders.

Come fare? Un ottimo primo passo è quello di registrare la vostra organizzazione su Open Cooperazione!



Lunedì 27 Luglio 2015