Aid Transparency Index 2018: migliora la posizione dell’Italia
Sono anni di grandi cambiamenti dell'Unione Europea, a breve uno dei suoi maggiori contributori si prepara a partire e i restanti 27 membri stentano a trovare una risposta adeguata al flusso di rifugiati che arrivano nel
continente. Questo sta mettendo in discussione a livello pubblico e politico il
livello di finanziamento degli aiuti e di sviluppo che vengono utilizzati per
buona parte a rispondere a questa crisi.
Allo stesso tempo però, l’Unione che collettivamente rimane
il più grande donatore di aiuto e sviluppo nel mondo, ha mostrato leadership e capacità
di disegnare nuovi orizzonti con l’adozione del nuovo consenso sullo Sviluppo
nel 2017. In contrasto con il ristagno dei flussi di APS di molti Stati membri
dell'unione, la Commissione ha recentemente proposto un aumento del budget del 26%
per le azioni esterne come parte del prossimo Quadro finanziario pluriennale
post-2020.
Davanti a queste sfide aumenta l’importanza della trasparenza
e dell’accountability rispetto a tutti gli strumenti comunitari per lo sviluppo,
per assicurare ai cittadini che le risorse siano spese secondo priorità precise
e producano l’impatto desiderato sul livello di disuguaglianza e riduzione
della povertà all'estero.
L'indice sulla trasparenza dell’aiuto (Aid Transparency
Index) si inserisce proprio in questo contesto e mira a far luce su questi chi
fa questo bene e chi potrebbe fare di meglio tra i donatori europei e
internazionali della cooperazione.
Tutti i donatori europei inclusi presi in esame dall'Indice
pubblicano ormai le informazioni sul loro aiuto allo sviluppo in modo aperto e
comparabile attraverso il formato IATI. L’agenzia italiana AICS è stata
l'ultima ad aderire all’Aid Transparency Initiative (IATI) nel 2017 e ha iniziato
propri l’anno scorso a pubblicare i suoi primi dati.
Aumenta la quantità dei donatori europei che pubblicano i propri
dati su base mensile e si confermano le buone performance delle tre entità
europee osservate: EC-ECHO, EC-NEAR e EC-DEVCO. Restano sfide importanti
relative alla capacità dei donatori di pubblicare dati non finanziari come
quelli legati alla performace degli aiuti.
Tra le posizioni in forte miglioramento c’è quest’anno
proprio quella dell’Italia che grazie all’adesione a IATI e alla pubblicazione
dei primi data set esce dalla categoria “very poor” per entrare nelle ultime
posizioni della categoria “fair” con 45 punti su 100.
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Mercoledì 20 Giugno 2018