Aiuti guidati da interessi nazionali, ecco la classifica di ODI
L’idea che gli aiuti debbano rispondere in primo luogo all'interesse nazionale sta guadagnando terreno in Europa (e non solo) negli ultimi anni anche se questi aiuti orientati a
garantire gli interessi interni non sono sempre i più efficaci ed efficienti per
ottenere i risultati dello sviluppo globale. Viceversa un aiuto fortemente
orientato allo sviluppo globale può di conseguenza risponde anche all'interesse nazionale.
Il think-thank
anglosassone ODI - Overseas Development Institute- ha analizzato questo aspetto
dell’aiuto attraverso l'Indice del Principio degli Aiuti (PA Index), stilando una classifica dei
donatori bilaterali di assistenza allo sviluppo (DAC) in base al modo in cui
usano i loro fondi di assistenza allo sviluppo per perseguire il loro interesse
nazionale a lungo termine.
L'indice PA è
accompagnato da una nota politica che formula le seguenti raccomandazioni:
·
I
donatori dovrebbero promuovere il loro interesse nazionale perseguendo una
strategia di assegnazione degli aiuti basata su principi internazionali.
·
- È
urgente che i donatori siano maggiormente motivati dal pubblico nelle loro
allocazioni di aiuti, massimizzando ogni opportunità per ottenere un impatto
sullo sviluppo.
- I
donatori dell'OCSE DAC dovrebbero ritenersi reciprocamente responsabili della
fornitura di aiuti di principio nell'interesse nazionale.
Accanto a queste
raccomandazioni, un documento di lavoro delinea la struttura concettuale e l'approccio
metodologico che è alla base dello sviluppo dell'Indice.
Questo indice classifica
i donatori bilaterali di assistenza allo sviluppo (DAC) in base al modo in cui
utilizzano l'assistenza ufficiale allo sviluppo (APS) per perseguire il loro
interesse nazionale a lungo termine in un mondo più sicuro, sostenibile e più
prospero.
Più nello specifico, sul fronte Italia l'assistenza allo sviluppo si concentra
sull'Africa e sulla mitigazione delle cause profonde della migrazione.. Nel
2017, il 31% dell'assistenza allo sviluppo ufficiale totale dell'Italia è stato
assorbito dai costi dei rifugiati dei donatori, con costi che probabilmente potrebbero
rappresentare oltre il 40% degli aiuti totali nel 2018. Inoltre, le elezioni
del 2018 di un nuovo governo di coalizione sovranista avrà probabilmente
implicazioni per la cooperazione allo sviluppo, in particolare in riferimento
ai livelli di sostegno alla società civile e ai rifugiati e richiedenti asilo.
Nelle classifiche del Principled Aid Index 2017 l'Italia è al 20° posto.
La sua migliore performance riguarda
la dimensione della cooperazione globale, sulla quale si colloca al
diciottesimo posto. L'Italia si colloca tra gli ultimi donatori sia per la
dimensione dei “Bisogni” (23°) sia per la dimensione della “Spiritualità
pubblica” (24°). Per quanto riguarda la dimensione dell’“Intelligence pubblica”,
l'Italia segna in modo particolarmente scarso la quota dell'aiuto pubblico allo
sviluppo stanziato nel Paese.
La performance
dell'Italia in questi anni è calata, passando da un 18° posto nel 2015, 21° nel
2016 risalendo al 20° nel 2017. Questo calo può essere attribuito al calo della
performance nella dimensione delle “Esigenze”, da cui è scivolato dal 17° al
2015 al 23° nel 2017, dovuto ad un calo del punteggio rispetto agli indicatori
che misuravano il sostegno alle popolazioni sfollate e l’uguaglianza di genere.
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Lunedì 3 Giugno 2019