Caso ONG e migranti: per difendersi da critiche e sospetti serve ancora più trasparenza e responsabilità
Questo ultimo mese è stato caratterizzato da attacchi gravi e indiscriminati da parte del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro
e da alcuni esponenti politici, basati su accuse vaghe e generiche che sono stati poi ripresi da tutti i media nazionali. Dal tema delle migrazioni e delle organizzazioni impegnate nei soccorsi in mare, si è arrivati ad accusare tutto
il sistema della cooperazione internazionale, creando un clima di sospetti e malfidenza da parte dei cittadini verso le
organizzazioni della società civile.
La
bufera accanitasi sulle organizzazioni ha subito manifestato i primi atti e attacchi velenosi a Roma davanti alla
sede dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) come anche
violenze verbali durante il Festival Mediterraneo Downtown a Prato. Se poi
leggiamo accuse, commenti e insulti razzisti sui social media, la lista
potrebbe essere molto lunga. “Il rischio più grande - sottolineano le
organizzazioni - è l’allontanamento dell’opinione pubblica, dei cittadini, dal
‘farsi protagonisti’ della solidarietà, del volontariato e della cooperazione
per sconfiggere povertà, guerre, violenza e violazione dei diritti umani nel
mondo”.
“Questo
patrimonio civile, politico e di solidarietà concreta rischia di essere
irrimediabilmente compromesso dal cinismo e dall’irresponsabilità delle polemiche
di questi giorni”. Così hanno subito risposto le Organizzazioni italiane
riunite nell’AOI (Associazione delle Organizzazioni Italiane di cooperazione e
solidarietà internazionale) agli attacchi dei media e della politica di queste
ultime settimane.
Ma le ONG hanno
risposto anche con i numeri della loro trasparenza. L’AOI ha presentato alla stampa proprio i dati
raccolti da Open Cooperazione. Le Ong italiane mobilitano più di 600 milioni di euro nella lotta alla
povertà e per lo sviluppo attraverso circa 3.000
progetti e programmi di
cooperazione, volontariato e aiuto umanitario in decine di Paesi, impegnando
più di 17.000 operatori che agiscono
in situazioni difficili, a volte a rischio della vita, con circa 82.000 volontari. Questi sono alcuni dei
dati aggregati del 2015 inseriti dalle
organizzazioni nel nostro portale.
“La
trasparenza è uno degli elementi caratterizzanti dell’operato delle Ong”, ha
sottolineato la portavoce Silvia Stilli, “lo testimoniano bilanci certificati,
controlli di carattere amministrativo e di valutazione del lavoro realizzato da
parte di donatori istituzionali, bilanci sociali e relazioni di missione
annuali”. Inoltre, “più del 50% delle risorse proviene da milioni di cittadini
italiani” attraverso donazioni o 5x1000.
Accountability,
responsabilità e trasparenza
quindi possono essere la vera risposta agli attacchi che il settore non profit
ha subito e che probabilmente si ripresenteranno in futuro.
E favorire la
trasparenza e l’accountability sono proprio gli obiettivi principali di Open Cooperazione, che con dati aperti aggregati in grafici e mappe, ogni anno vuole mostrare - tra
le tante informazioni - quali passi hanno realizzato le organizzazioni, dove
operano, quanti progetti realizzati, da chi sono finanziate, quanti operatori e
volontari mobilitano.
Molti
dati già ci sono e i giornalisti stanno iniziando ad utilizzarli anche grazie
alla possibilità di scaricarli in qualunque momento in formato .CSV.
Di
seguito alcuni esempi recenti nei quali sono stati usati i dati di Open Cooperazione:
Migranti,
radiografia delle Ong finite nel mirino
Solidali
e trasparenti: su Open Cooperazione i dati 2015 sulle ong italiane
“Storia
e trasparenza, ecco chi siamo davvero”. Le ONG respingono ai mittenti tutte le
accuse
Basta
accusare le ONG!
Giovedì 25 Maggio 2017