Classifica di trasparenza dei donatori, l’Italia si posiziona al 35° posto su 47
È stato pubblicato la scorsa settimana l’edizione 2020 del rapporto di PWYF (Publish What You Fund) quello che ormai è una sorta di pagella di trasparenza dei grandi donatori dell’aiuto allo sviluppo. Si tratta del Aid Transparency Index, l'indice di
trasparenza degli aiuti che per l’anno 2020 evidenzia un significativo
miglioramento della trasparenza complessiva di tutti i donatori rispetto all’ultima
edizione del 2018: oltre la metà dei 47 donatori valutati si posiziona oggi nella
categoria “good” o “very good”. I
donatori in quest’ultima categoria sono passati da 7 nel 2018 a 11 quest’anno,
mentre per la categoria “good” il numero è aumentato di due, arrivando a 15
entità.
Tutti i donatori, ad
eccezione di quelli classificati nella categoria "very poor", pubblicano
ormai i dati relativi alle loro attività e politiche in formato IATI, il che
significa che le loro informazioni sono aperte, puntuali, comparabili e
centralizzate, conformi allo standard internazionale per la trasparenza degli
aiuti. Solo una minoranza di donatori pubblica invece i risultati ottenuti limitando
di fatto la capacità delle parti interessate di valutare l'efficacia e il valore
della spesa per gli aiuti.
Informazioni ormai sempre
più importanti, soprattutto in un contesto come quello attuale che vede ingenti
fondi a livello internazionale dedicati e/o re-indirizzati per far fronte all’emergenza Covid-19. Rendere pubblici i
dati su decisioni e azioni intraprese per combattere la pandemia permetterebbe
un controllo pubblico e consentirebbe un miglior coordinamento delle risposte, degli
interventi e dell’allocazione delle risorse.
In questa edizione 2020 si
allarga la gamma dei donatori valutati, oltre agli enti bilaterali
tradizionali, infatti, l'Indice comprende le istituzioni multilaterali di finanza per lo sviluppo (Development Financial Institution), alcune
Agenzie umanitarie, fondi verticali, organizzazioni intergovernative e
fondazioni filantropiche private.
L'agenzia umanitaria che
ha ottenuto il punteggio più alto in trasparenza è stata l'Ufficio delle
Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), che è passata
dalla categoria “poor” a quella "good".
Le istituzioni di finanza
per lo sviluppo hanno ottenuto ottimi risultati, conquistando quattro dei primi
cinque posti nella classifica dell'indice 2020. Tuttavia, nonostante la
percentuale di completezza dei dati sia molto alta, sono molto carenti le
informazioni sui prestiti erogati nei confronti del settore privato.
Positivo anche il
posizionamento delle istituzioni dell'Unione europea, la direzione
generale Cooperazione internazionale e sviluppo (DEVCO), la direzione generale
Protezione civile e operazioni di aiuto umanitario (ECHO) e la direzione
generale Negoziati di Vicinato e Allargamento (NEAR), tutti hanno mantenuto la
loro posizione nella categoria "good", con DEVCO che ha migliorato
significativamente il suo livello di trasparenza.
Tra i donatori bilaterali
troviamo sia i ministeri degli esteri o le agenzie dedicate alla cooperazione e
all’aiuto umanitario. In generale le agenzie di cooperazione hanno generalmente
ottenuto risultati migliori nell'indice rispetto ai ministeri che includono
cooperazione e aiuto nel loro mandato. Le prime infatti si posizionano tutte
nella categoria “good” o “very good” rispetto ai quattro ministeri non
specializzati, che hanno punteggi nettamente più bassi.
L’Italia
e l’Indice di Trasparenza 2020
L'Agenzia per la Cooperazione e lo
Sviluppo (AICS), operativa dal 2016, ha iniziato a pubblicare i propri dati in
formato IATI nel 2017. Da allora AICS, pubblicando su base trimestrale i dati sul
registro IATI, ha progressivamente migliorato il suo posizionamento passando
nel 2018 dalla categoria “Very Poor” a quella “Fair”. Nonostante il
miglioramento di 4 punti del punteggio ottenuto quest’anno AICS resta nella
parte bassa della classifica, al 35° posto (su 47) nella categoria "Fair". AICS ha ottenuto un punteggio inferiore
alla media per la componente “Finanze e budget”, principalmente perché non ha
pubblicato dati di budget disaggregati e documenti di budget di progetto. Carente
anche la pubblicazione dei documenti di progetto, dei contratti sottostanti e
dei documenti di pianificazione e allocazione delle risorse. Secondo il
rapporto l’Agenzia non è riuscita a pubblicare documenti chiave come la
politica di allocazione dei fondi, i rapporti annuali e la strategia
organizzativa. Per quanto riguarda la componente delle prestazioni, pur
pubblicando gli obiettivi, l’Agenzia non è riuscita a pubblicare valutazioni,
risultati, recensioni o valutazioni di impatto. Il punteggio complessivo è
penalizzato infine dalla cosiddetta pulizia dei dati, AICS ha spesso ricevuto
punteggi inferiori alla media perché non è riuscita a pubblicare le
informazioni richieste nel formato IATI, fornendo invece le informazioni in un
mix di altri formati.
Nella relazione di
dettagli sull’operato dell’AICS si legge che i dati inseriti sono spesso
inconsistenti e incoerenti: ad esempio, i valutatori hanno constatato che
spesso le descrizioni dei progetti erano in realtà il copia/incolla del titolo
del progetto, i contratti e le offerte venivano spesso erroneamente etichettati
come altri documenti, i documenti del budget del progetto non erano aggiornati
e i documenti contrassegnati come "valutazioni" erano spesso solo schede
descrittive dei progetti.
Il
rapporto dell’indice contiene una serie di raccomandazioni per migliorare il posizionamento futuro dell’Italia:
- iniziare a pubblicare informazioni sulle prestazioni, comprese valutazioni dell’impatto, risultati, review e valutazioni finali;
- fornire informazioni sulle politiche di allocazione dei fondi, relazioni annuali e strategie organizzative e pubblicare questi e altri documenti chiave nel registro IATI, per migliorare la trasparenza in merito alla pianificazione e ai propri impegni;
- pubblicare i documenti di budget nel registro IATI inclusi budget disaggregati, budget di progetto e documenti di budget di progetto.
- dare la priorità all’identificazione e alla pubblicazione dei dati sulla posizione subnazionale per consentire alle parti interessate di determinare dove si svolgono gli interventi all’interno dei confini di ogni singolo paese.
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Lunedì 29 Giugno 2020