Gli Open Data a servizio dei cittadini: una guida per approfondire il Tactical Data Engagement
Qualche mese fa è stata pubblicata la “Tactical Data Engagement” (versione beta, che accoglie suggerimenti e nuove idee), una guida realizzata dalla Fondazione Sunlight insieme
ad altre 50 organizzazioni governative e civiche americane per individuare le best practices e condividere casi studio che consentano alle città di poter sfruttare appieno il potenziale dei dati. La guida mette in evidenza una visione del Tactical Data Engagement, ovvero
dell’”impegno dei dati tattici”, un quadro adattabile che le città possono
utilizzare e che non tiene conto del livello di esperienza nell’uso dei dati o
nella praticità con la tecnologia. Questa strategia contiene passaggi chiari sotto forma di casi
di utilizzo insieme a tattiche che comprendono due fasi del processo -la fase
di inquadramento e la fase d'azione- per condurre con metodi partecipativi le
comunità (e le città) verso l’uso dei dati aperti, così che questi possano
meglio rispondere alle esigenze locali.
L’uso dei tactical data
richiede che le città riconoscano la possibilità (ed il valore) di poter sfruttare
le competenze degli stakeholder, dei partner esterni, delle università locali,
dei tecnici civici e dei residenti, unendole ai dati, soprattutto quando si
tratta di argomenti che riguardano anche le comunità. I residenti sono esperti della propria vita e questa
competenza dovrebbe essere sfruttata nel mondo dei dati. Sfruttando le
esperienze dei residenti per condividere i dati, le città possono adottare
decisioni utilizzando quei dati arrivando così verso l’impatto finale
attraverso obiettivi condivisi e partecipati.
È questo il punto di partenza e la sfida che le città degli Stati Uniti si trovano ad
affrontare per poter utilizzare e soddisfare il potenziale dei dati aperti,
andando oltre la semplice offerta di accesso ai dati e arrivando ad una
facilitazione attiva dell’uso dei dati da parte degli stakeholder per impattare
sulla comunità.
I sindaci delle diverse città, i dirigenti, i membri del
consiglio e altri leader di oltre 60
città statunitensi hanno adottato “riforme aperte” sui dati dal 2006 -quasi
20 solo nel 2016-, molte con l'aiuto del team Sunlight e degli altri partner.
Mentre le città stanno costruendo l'infrastruttura delle
politiche pubbliche per i dati aperti, stanno facendo anche progressi tecnici,
in quanto i servizi municipali di IT e di innovazione creano o procurano nuovi
portali di dati aperti e rilasciano sempre più set di dati governativi in
modo proattivo.
Tuttavia, questi
sviluppi da soli non bastano. I portali e le politiche sono un'infrastruttura
critica per il governo aperto ai dati, necessari nel 21° secolo. C’è stato,
però, e continua ad esserci una sconnessione tra la retorica e la promessa di
dati aperti rispetto a ciò che ha significato in termini di riforma pratica. La
promessa di dati aperti non riguarda solo l’inserimento di dati su un sito web:
l’obiettivo è quello di un nuovo tipo di
rapporto tra governo e cittadini, creando così opportunità di
collaborazione per un nuovo (e migliore) impatto.
Lunedì 17 Luglio 2017