Open Data per lo sviluppo globale, Giovannini alla guida della Data Revolution post 2015
E’
arrivata finalmente la data fatidica, la scorsa settimana la settantesima
Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile che
caratterizzeranno la cosiddetta Agenda 2030. Uno spazio importante nel
dibattito è stato dedicato al monitoraggio dei nuovi SDGs, a come si possa
efficacemente controllare e misurare il raggiungimento dei target prefissati.
La risposta unanime è “Data Revolution”,
ovvero l’utilizzo sistematico e organizzato dei dati e delle tecnologie dell’informazione.
Il Segretario
Generale dell’ONU Ban Ki-moon ha incaricato
un gruppo di esperti (l’Independent
Expert Advisory Board on the Data Revolution for Sustainable Development) che
dovrà elaborare una roadmap per utilizzare al meglio i dati privati e pubblici
a livello internazionale. In pochi sanno che a guidare questo processo sarà un
italiano, Enrico Giovannini, già Direttore delle statistiche dell’Ocse,
Presidente dell’Istat e Ministro del Lavoro.
L’obiettivo
principale sarà quello di ridurre i rischi e massimizzare le opportunità di
questa Data Revolution, definita da Giovannini come “una grande opportunità per
anticipare il futuro e per aiutarci a scegliere in modo migliore”. Una
lettura affidabile dei dati permette ai governi e alle organizzazioni
internazionali di rispondere meglio alle esigenze dei cittadini. In un’era in
cui modalità di comunicazione e processi decisionali stanno cambiando, è
necessario che anche le abitudini dei cittadini e dei governi si adattino alle
nuove modalità di utilizzo dei dati. Anche se per il momento, in Italia, siamo
ancora indietro.
A livello
internazionale, invece, lo sforzo del Board guidato da Giovannini e Robin-Li
consisterà nel creare e rafforzare un “sistema mondiale efficiente per
monitorare in continuazione se i Paesi si muovono verso gli obiettivi di
sviluppo sostenibile relativi ai temi di economia, società, ambiente e pace.
Senza dati affidabili questa operazione rischia di non funzionare”.
Data Revolution, dunque,
al servizio dello sviluppo.
E, come dice l’ex Ministro del Lavoro, “i dati sono la linfa vitale del processo
decisionale e la materia prima della trasparenza”, esponendo così il primo
rapporto dell’Independent Expert Advisory Group (IEAG) on the Data Revolution
for Sustainable Development, 28 pagine di raccomandazioni rivolte ai vertici
delle Nazioni Unite e al segretario generale Ban Ki-moon. Principi chiave,
questi, che dovranno guidare una rivoluzione già in atto e che tende solo a
crescere. Dati aggiornati e disponibili permettono di avere un quadro più
chiaro della situazione anagrafica, di biodiversità, di povertà, e delle
attività economiche in espansione. “Sapere tutto questo richiede uno sforzo
sistematico di scoperta. Significa essere capaci di ricercare dati aggiornati e
di alta qualità e di comunicarli in modo appropriato all’opinione pubblica”,
spiega Giovannini.
Anche la
Pubblica Amministrazione italiana ha un ruolo fondamentale nella trasparenza e
condivisione delle informazioni. Oggi è indispensabile “dare continuità alle
scelte politiche e affiancarle ad una sensibilizzazione dell’amministrazione
statale sui benefici dell’apertura dei dati”, affinché si instauri il ciclo
virtuoso della Data Revolution.
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Martedì 6 Ottobre 2015