Partnership per lo sviluppo sostenibile: ecco la mappa della collaborazione tra le ONG italiane
Abbiamo pensato fosse utile visualizzare con una mappa l’intricato network di partenariati e collaborazioni che caratterizza sempre di più il mondo della
cooperazione italiana, una rete fitta di sinergie che a volte si tende a dare
per scontata ma rappresenta invece un potenziale importante per la cooperazione
allo sviluppo.
Il
network che vedete rappresentato è stato realizzato grazie ai dati aperti che
le organizzazioni non governative hanno inserito su Open Cooperazione indicando
le loro controparti principali a prescindere dalla presenza di queste nel
database. In questo modo è stato quindi possibile includere anche
organizzazioni che ancora non hanno preso parte alla piattaforma. La rete che
ne risulta descrive un processo che ormai è in corso da molto tempo nel mondo
del terzo settore e soprattutto della cooperazione: la creazione di network.
Che sia a livello locale, nazionale o globale, sono molti gli studi, come le
esperienze degli operatori sul campo, che mostrano un incremento nelle
connessioni e nelle collaborazioni tra enti. Quello che prima era un sistema in
cui le singole organizzazioni erano attori centrali e spesso autoreferenziali,
oggi è un sistema più complesso strutturato intorno a forti interconnessioni. Le
ONG sono sempre più capaci di lavorare in partenariato tra loro e
progressivamente stanno sperimentando partenariati innovativi con i nuovi
attori che si sono affacciati alla cooperazione alo sviluppo a seguito della
riforma 125/2014, in primis il settore privato profit.
Lavorare
in network può aumentare l’efficacia dei progetti, permettere una miglior
gestione delle risorse, ridurre la competitività interna favorendo l’accesso a
settori, competenze e aree di interesse che sarebbero altrimenti inaccessibili
soprattutto alle organizzazioni di piccole e medie dimensioni. Ma il
partenariato nasconde anche una crescita della complessità, del tempo lavoro
dedicato al coordinamento e alla gestione di gruppi di lavoro importanti e
multi-stakeholder che sono coinvolti in tutte le fasi del ciclo di progetto.
Che
il futuro del non-profit risieda nella capacità di fare networking lo
testimonia anche la recente riforma del terzo settore che introduce le Reti
associative come nuovo oggetto giuridico. Questi nuovi enti, qualora dovessero
rispettare i criteri descritti dalla riforma, avranno anche un considerevole
potere di impatto sul settore stesso. In questo caso si tratta ovviamente di
reti formali, mentre quella descritta nella mappa è una rete informale. Rimane
tuttavia importante sia il riconoscimento che la normativa vigente dà alle
reti, sia le possibilità che vi possono essere a seguito di una più intensa e
strutturata cooperazione tra le organizzazioni in questione.
Nonostante
il grafico risulti già estremamente intricato, è importante notare che in
realtà vi sono ancora molte potenzialità di sviluppo della rete. Ovviamente
questi risultati sono influenzati dalla disponibilità attuale dei dati che le
organizzazioni hanno inserito su Open Cooperazione. In molti casi infatti le ONG
si sono limitate a dichiarare solo le principali collaborazioni in essere con
altre organizzazioni. La partecipazione sempre crescente da parte delle
organizzazioni alla piattaforma ci permetterà nei prossimi anni di ottenere
dati ancora più precisi e, allo stesso tempo, monitorare l’evoluzione di questa
importante rete.
CLICCA SULLA MAPPA E SCOPRI LA RETE DI PARTENARIATI TRA LE ONG
N.B
La mappa visualizza i dati scaricati dalla piattaforma Open Cooperazione in
data 10 marzo 2019
Mappa
elaborata da Manfredi Valeriani (GEM-Stones PhD Fellow Uni-Hamburg -
LUISS)
Giovedì 14 Marzo 2019